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Bitbox esclude Ripple dalla sua proposta

ripple - Bitbox esclude Ripple dalla sua proposta

Bitbox, l’exchange di criptovalute lanciato da Line, l’app di messaggistica più popolare in Giappone, ha deciso di escludere Ripple dalle sue contrattazioni. Una decisione che non è stata commentata da fonti interne all’azienda, ma che sarebbe dovuta al mancato soddisfacimento dei parametri richiesti dalla stessa piattaforma. In particolare XRP non soddisferebbe i requisiti di affidabilità, liquidità e prestazioni che l’exchange ritiene fondamentali.

Una decisione del tutto inattesa

La decisione di Bitbox ha destato non solo scalpore, ma anche un certo sconcerto. La decisione di cancellare sia Ripple che le coppie XRP-BTC, XRP-ETH e XRP-USDT decorre a partire dalla mezzanotte del 16 gennaio. Saranno perciò annullati in automatico tutti gli ordini inevasi che riguardano criptovaluta e coppie collegate. Gli utenti, a loro volta, potranno comunque procedere al prelievo sino al 16 febbraio 2020.

A proposito di Bitbox

Bitbox è una piattaforma dedicata al trading di criptovalute che ha aperto i battenti nel corso del 2018. L’exchange è stato varato da Line, app di messaggistica che dopo aver conquistato il Giappone è partito alla conquista dei mercati esteri. Ad oggi vanta oltre 200 milioni di utenti sparsi in ogni parte del globo, che hanno mostrato di gradire una proposta che va ad integrare i messaggi gratuiti, alla stregua di Whatsapp, le chiamate gratuite, come fa Viber, e una timeline che ricalca quella di Facebook.

Un colpo basso per Ripple?

La decisione di Bitbox arriva in un momento molto particolare per Ripple. La criptovaluta rivolta al mercato bancario, ha infatti appena chiuso per il secondo anno consecutivo al ribasso, lasciando sul terreno quasi la metà della sua capitalizzazione di mercato.
Allo stesso tempo ha però continuato a riscuotere un notevole apprezzamento da parte degli investitori. Dimostrato dagli oltre 200 milioni ricavati nel corso della raccolta di fondi che è stata avviata da Tetragon poco prima delle festività natalizie. In pratica è stata l’azienda che ha riscosso il maggior gradimento tra quelle che hanno optato per questa via al fine di finanziare lo sviluppo delle proprie attività.
La decisione dell’exchange è quindi stata interpretata da alcuni analisti alla stregua di una sorta di colpo basso, in quanto va a toccare una tematica molto particolare, su cui Ripple ha in pratica fondato le sue fortune, almeno a livello di immagine.

Motivazioni che non convincono

Va poi sottolineato come la blockchain di XRP sia ormai valutata oltre 10 miliardi di dollari. Una dimostrazione di notevole forza ed affidabilità che stride notevolmente con le motivazioni accampate da Bitbox, anche alla luce del fatto che XRP si propone di risolvere le questioni di velocità e sicurezza messe in mostra da altre monete digitali, a partire da Bitcoin.
Un proponimento che ha del resto trovato terreno fertile all’interno del mondo finanziario, alla costante ricerca di strumenti tecnici in grado di rendere più sicure ed economiche le operazioni online.
Va peraltro sottolineato come l’annuncio di Bitbox arrivi in un momento reso ancora più complicato dal fatto che alcuni dei maggiori detentori di XRP sono arrivati a minacciare un hard fork, teso al superamento di una serie di problematiche evidenziate nei mesi passati. Una minaccia che potrebbe tornare ben presto d’attualità.

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma, con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Ho collaborato con svariati siti su molte tematiche e guidato il gruppo di lavoro che ha pubblicato il CD-Rom ufficiale della S.S. Lazio "Storia di un amore" e "Storia fotografica della Magica Roma".

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