Chainalysis: le attività criminali legate alle criptovalute sono calate drasticamente
La tesi è supportata dai dati del Crypto Crime Report 2021
Un report di Chainalysis sembra contraddire in modo plateale le dichiarazioni rilasciate di recente sulle criptovalute da Janet Yellen, Segretario al Tesoro della nuova amministrazione Biden, e dalla governatrice della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde.
Secondo lo studio della società di analisi blockchain, infatti, le attività criminali rappresentano solo lo 0,34% di quelle le quali vedono l’impiego di denaro virtuale. Con un trend in netta decrescita.
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Il Crypto Crime Report 2021 di Chainalysis
Lo studio pubblicato da Chainalysis, intitolato Crypto Crime Report 2021, non nega che esista un problema legato all’utilizzo di denaro virtuale da parte della criminalità, più o meno organizzata. Un utilizzo il quale, però, nel corso dell’ultimo anno esaminato, il 2020, è drasticamente calato. Tanto da attestarsi su un dato praticamente irrisorio, ovvero lo 0,34% di tutte le transazioni crittografiche.
Un calo molto forte, considerato come nel corso del 2019 il dato avesse raggiunto il 2,1% di tutto il volume delle transazioni in criptovaluta, pari a circa 21,4 miliardi di dollari di trasferimenti. Il quale potrebbe peraltro proseguire nell’immediato futuro.
Quali i motivi del calo registrato nel 2020?
Naturalmente, gli analisti di Chainalysis si sono anche chiesti il motivo di questo forte calo. Concludendo che esso è anche il risultato della forte avanzata dell’economia crittografica, la quale ha praticamente triplicato i suoi volumi complessivi nel corso del 2020.
In tal modo è stato praticamente neutralizzato l’aumento di attività sulla darknet, ove il volume di affari in attività criminali con l’impiego di criptovalute è passato da 1,3 a 1,7 miliardi dollari. E anche il 311% in più fatto registrare dal ransomware nel corso dell’anno.
Le tesi di Lagarde sarebbero oltraggiose secondo Daniel Lacalle
Il rapporto in questione, dunque, sembra smentire decisamente le tesi di Yellen e Lagarde, volte a collegare asset crittografici ed economia criminale. Tesi che, del resto, erano già state bollate come oltraggiose da Daniel Lacalle, gestore del fondo e capo economista di Tressis Gestion, nel corso di un’intervista rilasciata a NTD Business. Secondo il quale, la realtà è che la stragrande maggioranza del riciclaggio di denaro a livello globale viene condotto in valute legali. In particolare con l’impiego di dollari USA ed euro.
Lo stesso Lacalle ha anche provato a dare una spiegazione all’ostilità della Lagarde verso l’innovazione finanziaria. Individuandone il motivo nel fatto che le banche centrali non amano la concorrenza nella creazione di denaro. Un sospetto il quale, del resto, aleggia ormai da lungo tempo negli ambienti della crittografia.
Le criptovalute sono una risposta alle banche
Lacalle ha poi voluto ricordare come nella realtà il denaro digitale non sia altro che una risposta alle grandi lacune palesate dal sistema bancario. Ad esempio all’esclusione di miliardi persone dalla possibilità di gestire il proprio patrimonio, un fenomeno cui proprio gli asset digitali stanno cercando di porre rimedio.
Per poi concludere ricordando che le banche centrali dovrebbero soprattutto preoccuparsi di monitorare fenomeni realmente preoccupanti. A partire dalla bolla delle obbligazioni sovrane, la quale è invece tollerata e anche incentivata, soprattutto dopo lo scoppio della pandemia di coronavirus. Una risposta quindi molto forte ad una serie di dichiarazioni che sembrano aver destato grande fastidio nel mondo crittografico. Anche in considerazione del fatto che presto alle parole potrebbero seguire i fatti.