Criptovalute: la Bielorussia si avvia verso una massiccia adozione di denaro digitale?
Il caos nel Paese sembra favorire questa tendenza
La situazione in Bielorussia è molto confusa. Le elezioni presidenziali si sono infatti chiuse con il larghissimo successo di Alexander Lukashenko, ormai da decenni saldamente al timone del Paese. Un successo il quale, però, è stato apertamente contestato dall’opposizione, dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti.
Con la conseguente apertura di un nuovo fronte di crisi che assomiglia sempre di più a quello venezuelano. La Bielorussia, infatti, è stata apertamente minacciata di sanzioni, nel tentativo di indebolire la presa di Lukashenko. Il quale, però, sembra ben saldo e, soprattutto, intenzionato a usare tutti i mezzi, anche di carattere economico, per poter resistere alle pressioni esterne.
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Criptovalute: anche la Bielorussia si avvia verso la finanza digitale?
Il paragone con Nicholas Maduro è tornato a farsi avvertire nel corso delle ultime ore. Durante le quali UE e Stati Uniti hanno evocato quelle sanzioni con cui è costretto a misurarsi ormai da tempo il Venezuela. Con esiti non proprio positivi per chi continua a proporle, se si pensa al fatto che Caracas ha reagito legandosi sempre più strettamente a Cina, Russia e Iran.
L’altro parallelo tra Bielorussia e Venezuela, per ora soltanto supposto, potrebbe presto concretizzarsi con un utilizzo sempre più marcato delle criptovalute. Una mossa che i bielorussi potrebbero prendere in considerazione come reazione alla decisione del governo di stringere la morsa intorno ai cambi in valuta estera.
Il messaggio Telegram di Belarus Economy
Ad affermare le intenzioni del governo bielorusso è stato un messaggio Telegram di Belarus Economy. Il canale, il quale gode del sostegno di oltre 29mila membri, ha infatti rilanciato le voci che vorrebbero l’adozione di misure draconiane da parte delle autorità.
In particolare, il governo di Minsk avrebbe intenzione di mettere al bando tutti gli acquisti di valuta estera, con la sola eccezione degli scambi approvati dalle agenzie di intelligence. Inoltre sarebbero in cantiere altre misure in tal senso. Tra cui il divieto di approntare transazioni con partner stranieri, di stipulare accordi commerciali tali da prevedere l’utilizzo di valute estere e la creazione di un ente al quale sarà affidato il compito di congelare e bloccare le transazioni internazionali.
Occorre a questo punto precisare, però, che i divieti esistenti sulle operazioni interne che fanno uso di valuta estera sono in vigore da più di cinque anni. Ad affermarlo è stato tra gli altri Artem Strelchenok, il CEO dell’exchange di criptovalute bielorusso Free2ex. Il quale ha provveduto a rincarare la dose bollando alla stregua di sciocchezze le rivelazioni di Belarus Economy.
La guerra delle informazioni in Bielorussia
Quanto affermato da Belarus Economy è in effetti da prendere con le molle. In Bielorussia è infatti in atto una vera e propria battaglia delle informazioni, in cui diventa difficile separare la verità dalla propaganda.
La cosa che sembra certa, però, è che proprio la situazione di caos la quale regna nel Paese sembra fatta apposta per spingere molti cittadini ad optare per le monete virtuali. Il denaro digitale, per inciso, potrebbe godere dell’avallo governativo, come del resto successo proprio in Venezuela. Bitcoin e Altcoin, infatti, potrebbero consentire a Lukashenko di arginare gli effetti del blocco di UE e Stati Uniti. Aggiungendosi agli aiuti che la Russia di Putin potrebbe fornire alla Bielorussia, nel chiaro intento di non vedere l’odiata UE alle porte. Come accadrebbe, probabilmente, nel caso di un rovesciamento di Lukashenko che, ad oggi, appare comunque molto improbabile.