Il 2020 è davvero l’anno giusto per investire in criptovalute?
A distanza di oltre un decennio dal lancio del Bitcoin, ci sono sul mercato centinaia di diverse criptovalute come Ethereum, Ripple & co. Tuttavia, Bitcoin rimane ancora il più conosciuto strumento criptovalutario, continuando così a concentrare su di se la maggior parte degli investimenti e degli utilizzi del settore.
Per chi si fosse perso le “puntate precedenti”, ricordiamo che la criptovaluta è una forma di valuta digitale, che non richiede un sistema bancario centrale per poter essere utilizzata e fruita. Si trova infatti all’interno di una piattaforma decentralizzata, blockchain, e i Bitcoin sono “estratti” volta per volta in cambio di un riconoscimento ai miner (peraltro recentemente dimezzato con l’halving di qualche giorno fa).
Chiunque può teoricamente estrarre Bitcoin, e poiché le transazioni devono essere verificate da diversi individui, non c’è bisogno di una banca centrale per controllare ciò che avviene. Ad ogni modo, non è necessario estrarre Bitcoin per possedere la criptovaluta: la maggior parte delle persone investe infatti in Bitcoin & co. più semplicemente mediante piattaforme di trading online.
Ma la criptovaluta è oggi un buon investimento? E se sì, il 2020 sarà un buon anno per investire in Bitcoin o negli altcoin?
Quel che è certo è che non possiamo predire il futuro. Ma possiamo pur sempre rammentare che fino ad ora è stato un anno interessante, e un anno difficile in termini di investimenti, con prezzi fluttuanti, in gran parte a causa della pandemia di Covid-19. Il valore di Bitcoin è salito fino a 10.000 dollari e ha visto un minimo di 4.000 dollari, prima di rendersi protagonista di nuove altalene.
Il più recente aumento del valore del Bitcoin, così come quello di altre criptovalute, potrebbe essere stato innescato dall’allentamento quantitativo della Federal Reserve statunitense e da altri fattori macroeconomici, che hanno indotto alcuni investitori a spostare gli investimenti in risorse criptovalutarie per potersi tutelare dalla potenziale svalutazione della valuta fiat causata dall’allentamento quantitativo.
Dato che c’è un numero finito di Bitcoin sul mercato, alcuni ritengono che non dovrebbe essere suscettibile a tale svalutazione, considerato che la quantità di nuovi Bitcoin che viene estratta è sempre in diminuzione. L’aumento della domanda, e la riduzione dell’offerta, dovrebbero far aumentare il valore secondo le più ovvie leggi di mercato ma… non sempre questo accade.
Le criptovalute sono diventate popolari dopo la crisi economica del 2008, quando il valore delle altre azioni e degli investimenti tradizionali ha subito un duro colpo. Allo stesso modo, da quando la notizia dell’epidemia di Coronavirus ha impattato per la prima volta in grande stile sui mercati finanziari, i volumi delle transazioni sulle piattaforme di trading sembravano essere aumentati.
Detto ciò, c’è forse anche un’altra ragione per prendere in considerazione l’investimento in criptovaluta nel 2020, e ne abbiamo già parlato: l’halving. Con questo evento, avvenuto pochi giorni fa, ci saranno meno Bitcoin a disposizione per chi contribuirà, con la propria potenza di calcolo al supporto della rete. Il che significa meno offerta, e con la pandemia che spinge verso l’alto la domanda, alcuni prevedono un forte sviluppo dei prezzi verso l’alto, come peraltro avvenuto in occasione dei precedenti due halving di cui Bitcoin si è resa protagonista.
Insomma, se le prestazioni passate sono un’indicazione, è probabile che l’halving nel medio termine possa spingere i valori di Bitcoin verso l’alto. Il primo dimezzamento nel 2012 ha visto un aumento dell’8.000% del valore del Bitcoin rispetto all’anno successivo, e il secondo nel 2016 ha visto il valore del Bitcoin aumentare del 2.000% nei 18 mesi successivi.
Senza una fine chiara in vista per l’attuale situazione pandemica, molte aziende stanno perdendo valore, e le azioni e i titoli tradizionali stanno assumendo una brutta piega. Potrebbe dunque valer la pena guardare di migliore occhio le criptovalute?