Il peggioramento dell’economia argentina favorisce il Bitcoin
Se sono sempre di più le istituzioni finanziarie le quali sembrano decise a sfruttare le opportunità di trading concesse dal Bitcoin, in un momento così particolare per l’economia globale sottoposta alle sollecitazioni del Covid, anche l’economia reale sembra sempre più permeabile alle suggestioni degli asset digitali.
Come sta accadendo in Argentina, ove le ricette liberiste del precedente presidente, Mauricio Macrì, hanno condotto il Paese ad una gravissima crisi, pagata in primis dall’ex inquilino della Casa Rosada, defenestrato nelle ultime presidenziali. Il suo lascito, però, è destinato a pesare ancora a lungo sull’Argentina, con livelli di miseria sempre crescenti.
Bitcoin come bene rifugio e antidoto all’inflazione
Tra le prime conseguenze della crisi in atto, va ricordato il ritorno di un’inflazione spaventosa. Tale da costringere molti lavoratori e pensionati a cercare possibili alternative per non vedersi svalutare in archi temporali strettissimi gli emolumenti ricevuti.
Una delle soluzioni più praticate, al momento, consiste nello scambiare gli stipendi e le pensioni in criptovaluta. Una pratica la quale altrove è vista con notevole timore, proprio a causa della volatilità degli asset digitali, ma che a Buenos Aires e dintorni è ormai vista come un salvagente preziosissimo. Se la speranza è naturalmente in un apprezzamento di Bitcoin e Alcoin scelti, anche nel caso opposto la perdita di valore d’acquisto è comunque più leggera di quella che colpisce la valuta tradizionale, il peso.
L’esplosione del BTC in Argentina
Solo nell’ultima settimana, le contrattazioni in Bitcoin sono passate da 59 milioni di pesos a oltre 100. In dollari statunitensi il volume scambiato è passato da circa mezzo milione a oltre 800mila.
Se siamo ancora lontani dal livello record di 228 Bitcoin raggiunto nell’aprile del 2016, va anche detto che la progressione in atto sembra preludere ad un prossimo avvicinamento ai livelli del tempo. La situazione innescata dalle ricette del FMI adottate da Macrì è talmente deteriorata da dare poche possibilità di invertire la rotta anche al suo successore, Alberto Fernandez, esponente dell’ala di sinistra del peronismo, il quale ha provato a riprendere il filo delle politiche di Cristina Fernandez Kirchner, senza però risultati apprezzabili, almeno per ora.
Bitcoin verso l’adozione di massa
Se, naturalmente, la speranza è che l’Argentina possa presto uscire da una situazione economica molto delicata, va anche detto che proprio quanto sta accadendo è almeno visto come una opportunità dalla comunità dei criptofans. Livelli inflattivi come quelli odierni, infatti, sembrano porre le premesse per una ulteriore diffusione delle monete digitali, viste come un vero e proprio strumento di difesa del patrimonio almeno dalla parte di popolazione più avvezza alle tecnologie di ultima generazione. Tanto da spingere qualche osservatore a vaticinare una adozione di massa di BTC e Altcoin sempre più vicina nel Paese.
Resta però da capire quale sia l’orientamento del governo di Buenos Aires rispetto a questa ipotesi. Se la tecnologia blockchain è ormai da tempo in auge nel Paese, si può dire che le istituzioni abbiano sinora adottato una sorta di appeasement nei confronti della valuta virtuale, senza però mai dare un effettivo avallo alla sua circolazione. Resta da capire se vorranno pronunciarsi ora, in un momento in cui molti argentini riescono a trovare un minimo di sollievo finanziario di fronte alla continua caduta del denaro tradizionale e del potere d’acquisto ad esso collegato.