In Venezuela la chiusura delle banche potrebbe agevolare le criptovalute?
Anche il Venezuela si è attivato con estrema forza per contenere il Covid 19. Mentre i medici e il personale sanitario inviati da Maduro sbarcano in Italia, il governo di Caracas opta infatti per una serie di misure molto forti per combattere la diffusione del contagio.
Oltre alla proclamazione dello stato d’emergenza, il Venezuela ha anche deciso per la chiusura di tutti gli sportelli bancari. Una misura resa necessaria proprio dalla paura per quello che potrebbe accadere in un Paese già messo alle strette dall’embargo di Trump.
Criptovalute news
I provvedimenti presi da Maduro
A rendere nota la decisione relativa alla chiusura degli sportelli bancari è stato un tweet pubblicato da SudebanInforma, la soprintendenza del settore bancario venezuelano. Il messaggio ha ricordato anche come a rimanere operativi saranno solamente gli sportelli da remoto, tra cui web-banking e ATM.
La serrata arriva in un momento di prolungata difficoltà monetaria, con il bolivar che continua a svalutarsi in maniera praticamente inarrestabile. I livelli di inflazione stanno peraltro spingendo in maniera vistosa i venezuelani verso gli asset digitali. Sono sempre di più i lavoratori e i pensionati che, una volta in possesso di stipendi e pensioni provvedono a convertirli soprattutto in BTC. In pratica le criptovalute, pur contrassegnate da grande volatilità, sono reputate meno rischiose del detenere una moneta che perde in pochissimo tempo la maggior parte del proprio potere d’acquisto.
In crescita i volumi delle transazioni crypto
A dimostrazione di quanto sta accadendo, va sottolineato come i volumi degli exchange Peer-to-Peer crypto provenienti dal Venezuela risultino in netta crescita negli ultimi giorni. Un dato messo in rilievo da local.bitcoin.com, secondo il quale molti trader sarebbero disposti a comprare e vendere in particolare Bitcoin Cash, accettando in cambio non soltanto valuta fiat locale, ma anche Petro. Proprio il token di Stato potrebbe avvantaggiarsi della situazione per allargare la sua penetrazione.
Bitcoin in forte crescita, in Venezuela
Naturalmente, però, è soprattutto il Bitcoin che si sta avvantaggiando di quanto sta accadendo al sistema monetario di Caracas. Nelle ultime tre settimane, infatti, BTC avrebbe dato vita ad un aumento del 44% in termini di token scambiati, il cui numero è passato da 375 a 540.
Una crescita che dovrebbe senz’altro continuare nei prossimi giorni e rafforzarsi, proprio in considerazione della chiusura degli sportelli bancari. Una chiusura che potrebbe essere il preludio ad una vera e propria svolta.
Criptovalute verso l’adozione di massa, in Venezuela?
Ove proseguissero le difficoltà monetarie con cui devono fare i conti i cittadini venezuelani, molti di loro potrebbero virare con decisione verso le criptovalute. Ad affermarlo sono ormai molti analisti, che fondano la loro convinzione non solo sulle ultime mosse di Maduro, ma anche sul fatto che il governo di Caracas ha dato vita nel corso degli ultimi mesi ad una serie di decisioni che sembrano prefigurare l’adozione di massa delle criptovalute.
Basti pensare in tal senso alla decisione di regalare un wallet agli studenti del Paese, in cui conservare i propri Petro, o a quella di donare mezzo token di Stato a tutti i lavoratori dipendenti e ai pensionati nel corso delle ultime festività di Natale. Mosse che sembrano fatte apposta per dare vita ad una rapida transizione verso l’economia digitale, tesa a contrastare il blocco statunitense.