La Cina ha il primato di brevetti nel campo della blockchain
La Cina ha raggiunto il primato in termini di brevetti relativi all’uso della tecnologia Blockchain superando anche gli Stati Uniti.
Il quotidiano finanziario cinese il Nikkei, ha riportato il 20 novembre, che diverse società cinesi hanno presentato un totale di 7.600 domande negli ultimi nove anni. Un dato che pone la Cina al primo posto nel settore, e che presenta un numero di brevetti pari al triplo rispetto alle aziende degli Stati Uniti.
In totale, le domande nel settore della blockchain sono state 12 mila sino al 2018 sommando quelle presentando il USA, Cina, Corea del Sud, Germania e Giappone. Queste richieste di brevetto sono relative all’uso della blockchain e della sua tecnologia, e la Cina da sola rappresenta comunque il 60% delle domande.
Nei paesi orientali un buon risultato è quello rappresentato dalla Corea del Sud che ha presentato all’incirca 1150 domande nello stesso periodo, mentre il Giappone è sottotono con le sue 380 domande.
Con 512 domande, Alibaba Group Holding, è tra le imprese che ha fatto il maggior numero di richieste. A seguire troviamo l’azienda britannica NChain che in totale ha fatto 468 richieste, infine, il colosso americano IBM con “solo” 248 richieste.
L’industria della Blockchain cinese tra le più reattive
A Novembre, il programma Focus Report in Cina, ha sottolineato che 32 mila aziende affermano di impiegare nel paese la tecnologia blockchain. Il numero reale secondo il rapporto però dovrebbe essere inferiore al 10%. Secondo il programma, comunque, l’industria della blockchain cinese è tra le più attive a livello mondiale, con un numero di imprese nel settore, che in questo caso sono seconde solo agli USA.
Nel mese di Ottobre il presidente della Cina, Xi Jinping, ha esortato il paese ad accelerare l’uso di tecnologie blockchain, come uno degli elementi principali nel settore dell’innovazione. Il presidente cinese ha sottolineato che il loro impiego è uno strumento importante per promuovere la trasformazione industriale e l’innovazione tecnologica.
Edith Cheung, uno dei partner del fondo venture capitalist la Proof of Capital, ritiene che la Cina molto probabilmente potrà distribuire la sua nuova valuta nei prossimi 6 o 12 mesi. Secondo Cheung, le altre potenze dovrebbero prepararsi a rispondere a ciò, in quanto la Cina spera di diventare il primo paese del mondo a emettere un’incarnazione digitale di una valuta nazionale.