L’emergenza coronavirus potrebbe favorire l’introduzione del dollaro digitale
Dopo essere state a lungo osteggiate dalla politica statunitense, ora le criptovalute potrebbero rivelarsi lo strumento ideale per fronteggiare il coronavirus. Per capire meglio la svolta in atto occorre fare riferimento ad una richiesta avanzata dai democratici. L’attuale opposizione ha infatti chiesto di varare un dollaro digitale che permetterebbe ai cittadini che non detengono un conto corrente di poter comunque gestire i pagamenti. La richiesta è stata formulata nella Camera dei Rappresentanti.
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La bozza di legge dei democratici
La prima bozza di legge è stata avanzata il 23 marzo e propone la creazione di wallet a favore dei cittadini statunitensi. I portafogli digitali, come viene spiegato all’interno di una sezione intitolata “Direct Stimulus Payments for Families”, sarebbero gestiti direttamente dalla Federal Reserve. Proprio questo ne farebbe una criptovaluta non decentralizzata, fugando in partenza il timore di coloro che da sempre sono contrari a questa ipotesi.
La legge prevede inoltre la corresponsione di 2mila dollari in favore di ogni adulto che ne guadagna meno di 75mila all’anno. Cifra che andrebbe gradatamente a ridursi sopra tale importo. Il sistema rimarrebbe attivo fino alla ripresa dell’economia e potrebbe rivelarsi determinante per fronteggiare l’emergenza.
Cosa accadrà ora?
Va però sottolineato come proprio nelle ultime ore sia in pratica stato raggiunto l’accordo tra democratici e repubblicani sul piano di aiuti all’economia. Nella prima versione del piano non c’era traccia del dollaro digitale e proprio questo era stato uno dei motivi che aveva spinto l’opposizione a bloccare tutto, sotto la guida di Nancy Pelosi.
L’altro motivo del contendere, la mancanza di aiuti alle piccole e medie imprese e ai cittadini, sacrificati secondo l’opposizione all’esigenza di privilegiare le corporation sembra invece essere stato tolto di mezzo.
Sta mutando il clima intorno alle divise virtuali?
Il progetto di legge avanzato dai democratici sembra la prova più evidente di come proprio il Covid 19 si stia rivelando un alleato prezioso per gli asset digitali. La necessità di evitare pericolosi contatti che potrebbero agevolarne la diffusione ha spinto molte personalità della politica e della finanza a mutare i propri convincimenti.
Utilizzare la telematica per le tante transazioni che avvengono ogni giorno è diventata un’opportunità di non poco conto. Soprattutto se a gestire il tutto è lo Stato, con le sue diramazioni monetarie. In tal modo, infatti, verrebbe escluso in partenza quel principio della decentralizzazione che secondo molti analisti è alla base dell’opposizione da parte del mondo finanziario tradizionale.
Dollaro digitale per contrastare la CDBC cinese?
Va anche sottolineato un altro aspetto di non poco conto. Proprio in queste ore si stanno intensificando le voci che vorrebbero la Cina ormai sul punto di terminare la fase di test per la proprio CDBC (Central Bank Digital Currency). Ove ciò fosse vero il gigante orientale si ritroverebbe alla testa dell’innovazione finanziaria e potrebbe iniziare a mettere pressione al potere imperiale del dollaro.
Una prospettiva che fa paura, soprattutto in un momento in cui la Cina sta uscendo dall’incubo coronavirus e gli Stati Uniti stanno per entrarci. L’idea di un dollaro digitale, a lungo osteggiata, potrebbe alla fine rivelarsi un metodo ideale per permettere alle istituzioni monetarie statunitensi di reggere l’urto con la Cina. Una battaglia che si preannuncia epocale e molto complicata da vincere.