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L’Italia utilizza la blockchain per tracciare le arance rosse siciliane

Le arance rosse siciliane sono una delle tante specialità dell’agroalimentare italiano vittime di contraffazione. Un problema che è diventato sempre più pressante nel corso degli ultimi anni, sottraendo preziose quote di mercato al Made in Italy del settore.
Proprio per questo motivo le istituzioni tricolori hanno finalmente deciso di attivarsi, affiancando le imprese in una lotta resa complicata anche da decisioni abbastanza cervellotiche, come quelle prese in sede UE. Tra le soluzioni che potrebbero rivelarsi decisive in tal senso, rientra anche la blockchain.

L’alleanza tra blockchain e arance rosse siciliane

Le arance rosse siciliane saranno presto tracciabili. A renderlo possibile sarà l’utilizzazione di una soluzione blockchain che è stata sviluppata dal consorzio IGP Blood Oranges of Sicily in collaborazione con AlmavivA.
A lanciare la notizia è stata di recente ANSA, che ha ripreso un recente annuncio del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. La soluzione blockchain adottata, chiamata ROUGE (Red Orange Upgradeing Green Economy), avrà l’incarico di registrare l’origine, le caratteristiche dei frutti e i dati di trasporto, in modo da agevolarne lo sdoganamento e seguire il loro percorso lungo tutta la filiera.
All’iniziativa parteciperanno anche l’Università di Catania e l’ente di ricerca CREA e i consumatori potranno verificare la reale provenienza delle arance utilizzando una app mobile.

I motivi dell’iniziativa

Le arance rosse sono uno dei prodotti più famosi del nostro settore agricolo. Proprio per questo motivo sono oggetto di una contraffazione sempre più evidente, portata avanti ad esempio spacciando come provenienti dalla Sicilia frutti che invece arrivano dal Sudafrica.
Per evitare che ciò possa accadere, il meccanismo messo in piedi prevede l’apposizione di etichette NFC (Near Field Communication) alle cassette in cui vengono stipate le arance. I dati contenuti dalle etichette riguarderanno la fonte, la data di raccolta e i metodi di conservazione e distribuzione. L’avvio del progetto è previsto in contemporanea con la prossima stagione di raccolta.

Un danno per produttori e consumatori

E’ stato Giovanni Selvaggi, Presidente del Consorzio IGP Blood Aranges of Sicily, ad affermare a margine dell’evento che ha introdotto l’iniziativa ad affermare come contraffazioni e frodi rappresentino non solo una perdita per i produttori, ma anche un danno per il consumatore, privato della possibilità di avere un prodotto di alta qualità come l’arancia rossa siciliana IGP. Una qualità dimostrata dal fatto che essa proprio nel corso dell’anno è riuscita a entrare nel mercato cinese e che, di conseguenza deve essere tutelata al massimo.

Blockchain e alimenti, un binomio sempre più in voga

Va sottolineato come il binomio tra blockchain e alimentare stia rivelandosi sempre più proficua. Basti pensare alla decisione in tal senso di Carrefour, che ha utilizzato la tecnologia Food Trust di IBM per poter tracciare una serie di prodotti commercializzati all’interno dei suoi punti vendita, a partire dalla carne.
Anche Albert Heijn, azienda della grande distribuzione olandese, ha lanciato nel corso dell’anno passato un progetto blockchain al fine di tracciare la provenienza del suo succo d’arancia. Mentre il governo thailandese ha annunciato un piano teso al tracciamento del suo riso al gelsomino biologico, che dovrebbe in seguito essere esteso ad altri prodotti agricoli.

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma, con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Ho collaborato con svariati siti su molte tematiche e guidato il gruppo di lavoro che ha pubblicato il CD-Rom ufficiale della S.S. Lazio "Storia di un amore" e "Storia fotografica della Magica Roma".
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