Michael Bloomberg si esprime a favore delle criptovalute
Il tema delle criptovalute ha fatto spesso capolino nel corso della campagna per le prossime presidenziali del Partito Democratico. Alcuni dei candidati minori, a partire da Andrew Yang ed Eric Swalwell non hanno infatti esitato ad esternare il loro appoggio alla finanza virtuale, con il secondo che ha addirittura aperto ai finanziamenti in Bitcoin, Ethereum e altre monete digitali per sostenere le spese della propria campagna.
Si tratta però di candidati minori e quindi non in grado di veicolare un messaggio in grado di raggiungere strati molto ampi di popolazione. Come può invece fare Michael Bloomberg, il miliardario noto anche per aver guidato New York da sindaco, che si appresta ad entrare con tutto il suo peso, mediatico e finanziario, nella competizione per la Casa Bianca.
Chi è Michael Bloomberg
Michael Bloomberg è il nono uomo più ricco del mondo, con una fortuna stimata in oltre 50 miliardi di dollari. La sua entrata sul ring delle primarie democratiche rischia di essere un vero e proprio ciclone, proprio per la evidente forza che può utilizzare, neanche lontanamente paragonabile a quella dei suoi competitori. Basti pensare che per i suoi spot ha già investito 400 milioni di dollari, personali, rifiutando finanziamenti esterni.
Una forza tramutatasi immediatamente in voti, se si pensa che gli ultimi sondaggi effettuati lo danno intorno al 20%, al secondo posto tra i candidati democratici, alle spalle del solo Bernie Sanders. Questo senza neanche essere ancora entrato nell’arena, evento che avrà luogo solo nel corso del cosiddetto “Super martedì”, in cui saranno assegnati il 40% dei delegati per la convention finale.
Michael Bloomberg è favorevole agli asset digitali
Michael Bloomberg è favorevole alle criptovalute. A patto però di dare vita ad una rigorosa regolamentazione in grado di eliminare le zone d’ombra del settore. Tanto da inserire questa esigenza all’interno del suo piano di riforme finanziarie. Lo ha sostenuto in messaggio contenuto sul suo sito ufficiale, senza però provvedere a chiarire come intenda onorare il proposito.
Va comunque rilevato come l’attenzione di Bloomberg nei confronti degli asset digitali abbia una valenza molto più forte rispetto a quella da sempre manifestata da Andrew Yang. Il secondo, infatti, ha già annunciato il suo ritiro dalle presidenziali, a seguito dei non buoni risultati riportati nel corso delle primarie effettuate in Iowa e New Hampshire.
Una sfida pepata con Trump?
Se Bloomberg riuscisse a sovvertire i sondaggi che lo vogliono perdente nei confronti di Bernie Sanders, si prospetterebbe una sfida molto pepata con Donald Trump. I due uomini d’affari, infatti, sembrano avere opinioni divergenti su molti temi. Tra i quali appunto le criptovalute, più volte attaccate dall’attuale inquilino della Casa Bianca. In particolare con il seguente messaggio, affidato a Twitter: “Non sono un fan di Bitcoin e altre criptovalute, che non sono soldi e il cui valore è altamente volatile e basato sul nulla. Allo stesso modo Libra, la moneta virtuale di Facebook, avrà poco sostegno ed affidabilità. Se Facebook e altre compagnie vogliono diventare una banca devono ottenere un nuovo documento di autorizzazione bancaria ed essere soggetti a tutte le regole bancarie, come le altre banche, sia nazionali che internazionali”
Aggiungendo poi: “…cripto asset non regolati possono facilitare comportamenti illegali, compreso il commercio di droga ed altre attività illecite. In Usa abbiamo solo moneta reale, ed è più forte che mai, sia sicura che affidabile. E’ di gran lunga la moneta più dominante ovunque nel mondo, e sarà sempre così. E’ chiamata dollaro statunitense!”