Monero: l’IRS propone una ricompensa a chi ne viola la privacy
XRM sempre più avversato dalle autorità
Monero è una delle privacy coin più note in assoluto. Ormai da tempo il token è accusato di essere uno strumento privilegiato per l’economia criminale. Accusa supportata da alcuni studi, secondo i quali proprio XMR sarebbe utilizzata nelle transazioni che avvengono sui principali mercati del Dark Web. Ovvero la parte più oscura di Internet, ove avvengono i traffici di armi, stupefacenti ed esseri umani.
Una accusa che sembra però non colpire eccessivamente il gruppo di sviluppo di Monero. Il quale continua a concentrare i propri sforzi nel tentativo di raggiungere livelli di riservatezza sempre più prossimi al totale anonimato.
L’IRS ha deciso di muoversi contro Monero
Una attività, quella degli sviluppatori del token, che però ora è entrato in rotta di collisione con le autorità governative di molti Paesi. Ad iniziare dagli Stati Uniti, ove Monero è stato preso ufficialmente di mira dall’Internal Revenue Services (IRS). Il quale ha deciso di offrire una taglia pari a 625mila dollari a chiunque si dimostri in grado di infrangerne la privacy.
In pratica si dovrà dare vita ad un prototipo in grado di farlo, per il quale l’IRS verserà i primi 500mila dollari. Nel corso dei successivi otto mesi gli incaricati dovranno lavorare al fine di ultimare il progetto, ricevendo gli ultimi 125mila dollari alla sua consegna.
Un aiuto alle attività investigative
In pratica, lo strumento che venisse varato seguendo la direzione tracciata dall’IRS diventerebbe un aiuto decisivo per le attività investigative. In particolare proprio quelle tese a contrastare traffici illeciti che vedono l’impiego di criptovalute.
Il prototipo consegnato dovrà permettere alla Criminal Investigation (CI) dell’agenzia la possibilità di svilupparlo ulteriormente, senza alcuna necessità di ricorrere a fornitori esterni.
Monero è il token preferito da Sodinokibi
Va peraltro messo in rilievo come Monero sia stato individuato come il mezzo ideale per portare avanti attacchi di ransomware. Come quelli di cui si rende protagonista ormai da tempo Sodinokibi, un gruppo di hacker sempre più attivo.
Un trend che sta preoccupando sempre di più le autorità di contrasto al crimine informatico. Le quali hanno deciso di avvalersi dell’aiuto di società esterne, come ad esempio Chainalysis, al fine di approntare misure in grado di stroncare le attività illegali.
CipherTrace è ormai in pista
In questo quadro, va sottolineato l’annuncio fatto da CipherTrace, società incaricata dal Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti di elaborare uno strumento in grado di tracciare le transazioni che vedono l’impiego di XMR.
E’ stato John Jeffries, l’analista finanziario capo dell’azienda, ad affermare che lo strumento è pronto per avviare la sua attività. La quale sarà tesa a rintracciare il Monero rubato, o i token utilizzati nelle transazioni illegali, fino alla fonte. Un annuncio molto atteso, proprio in considerazione del fatto che Monero sta diventando il carburante ideale nei casi di hacking.
Monero: molti exchange lo stanno bannando
Nel frattempo, per Monero l’aria inizia a farsi molto pesante. La politica adottata, sempre più incentrata sul conseguimento di livelli elevati di privacy, ha infatti spinto molti exchange al suo delisting.
Una decisione del tutto logica, alla luce delle normative anti-riciclaggio sempre più dettagliate in via di adozione. Non farlo esporrebbe infatti le stesse piattaforme a pericoli di incappare in provvedimenti sanzionatori. Un pericolo che sempre meno exchange intendono correre.