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Perché Chainlink ha ottenuto guadagni significativi negli ultimi mesi?

Chainlink - Perché Chainlink ha ottenuto guadagni significativi negli ultimi mesi?

Tra le tante vittime del crollo dei mercati causati dall’emergenza coronavirus, c’è anche Chainlink, che proprio come Tezos, aveva dato notevoli segnali di vitalità nel corso del periodo di stagnazione che ha colpito il settore cripto dopo l’estate.  La criptovaluta aveva infatti raggiunto un nuovo massimo storico di 4,89 dollari poco prima del crac.
Naturalmente sarà interessante vedere la sua forza di reazione in un momento così complicato. Anche perché il progetto su cui si fonda la divisa virtuale sembra effettivamente molto interessante. Andiamo a vedere perché.

L’esordio di Chainlink

Chainlink ha completato l’ICO proprio nel picco del ciclo del 2017. raccogliendo 32 milioni di dollari, molto meno rispetto ad altri progetti considerati più rampanti. Il 30% di quanto raccolto è andato ai creatori della piattaforma e al team.
Chainlink si basa su Ethereum, ma la sua ambizione consiste proprio nella soluzione di alcuni evidenti problemi che l’hanno spesso frenato. La differenza principale consiste nel fatto che se i contratti intelligenti di Ethereum hanno luogo on-chain, la piattaforma Chainlink mira a colmare questa lacuna fornendo gli strumenti per recuperare i dati off-chain. Ad incaricarsi di portare a termine il compito sono i cosiddetti “oracoli”. Di cosa si tratta?

Cosa sono gli oracoli

I blocchi non possono accedere ai dati al di fuori della loro rete. Per farlo sono necessari gli Oracle, dispositivi di terze parti centralizzati, non facenti quindi parte del meccanismo di consenso su cui si basa una blockchain. Gli oracoli sono in grado di fornire i dati esterni necessari al fine di attivare l’esecuzione dell’appalto una volta raggiunta una condizione predefinita. Una categoria in cui possono rientrare una fluttuazione dei prezzi o l’effettuazione di un pagamento.
Il problema è che gli oracoli non sono completamente affidabili. Potrebbe quindi accadere che lo smart contract vada a eseguire un’azione basata su informazioni errate oppure entri in funzione troppo tardi. L’idea su cui si fonda Chainlink è di creare una rete di oracoli decentralizzata, tale da permettere agli Operatori di Nodo di fornire feed di dati o API direttamente a contratti intelligenti in cambio di gettoni di collegamento.

Il peso delle partnership

Tra gli strumenti di marketing utilizzati dai gruppi di sviluppo crittografici, uno dei più efficaci è rappresentato dall’annuncio delle collaborazioni intraprese. Sono infatti considerate un vero e proprio biglietto da visita nei confronti del mondo esterno, teso a far capire l’effettiva validità della divisa interessata. Ripple è stato un precursore in tal senso, con una serie di annunci tesi proprio a calamitare l’interesse degli investitori.
Anche Chainlink si è fatta valere in questo modo. In particolare sono state le indiscrezioni relative ad una partnership con SWIFT, il sistema di pagamenti internazionale e quelli su una possibile collaborazione con Google a spingere con forza sulle vele di Chainlink. Compensando i punti critici del progetto.

I punti critici di Chainlink

Sull’altro lato della bilancia non vanno ignorati alcuni fattori che sembrano destinati a pesare sul progetto. A partire dalle accuse al team di Chainlink di fare dumping sui propri utenti, come del resto accaduto nel passato proprio a Ripple. La vendita di un quantitativo di Link pari a 600 milioni di dollari, in un periodo di circa due mesi, non è però una pratica così insolita. Basti pensare in tal senso alla vendita dell’intero quantitativo di Litecoin detenuto da Charlie Lee, il suo creatore, per comprendere meglio l’accaduto.
Più interessante sarebbe invece comprendere la destinazione di questi fondi, ovvero se saranno reinvestiti nello sviluppo della criptovaluta o se invece rappresentino l’incasso per il team di sviluppo. Una questione non proprio secondaria.

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma, con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Ho collaborato con svariati siti su molte tematiche e guidato il gruppo di lavoro che ha pubblicato il CD-Rom ufficiale della S.S. Lazio "Storia di un amore" e "Storia fotografica della Magica Roma".

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