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Potrebbero essere le criptovalute la soluzione per combattere l’evasione fiscale?

Cambogia - Potrebbero essere le criptovalute la soluzione per combattere l’evasione fiscale?

L’evasione fiscale continua ad essere un notevole problema per molti governi, perennemente alla ricerca di fondi per cercare di alleviare la pesante situazione delle proprie casse. Un problema particolarmente avvertito in Italia, ove si calcola che ammontino ad oltre 100 i miliardi di euro sottratti dagli evasori al bilancio statale, di anno in anno.
In conseguenza di ciò, i governi nazionali cercano di trovare soluzioni in grado di agevolare l’opera di contrasto ad una pratica di massa, con proposte più o meno condivise dai cittadini. Il perdurare della situazione, peraltro, si traduce in un danno per il contribuente onesto, in quanto proprio per cercare di riparare ai danni prodotti dall’evasione, gli Stati sono costretti a tenere alto il livello della tassazione. Un dato molto evidente nel nostro Paese, uno di quelli che vanta il prelievo fiscale più elevato in assoluto.

La risposta potrebbe arrivare dalle CDBC?

CBDC è l’acronimo di Central Bank Digital Currency. Un acronimo destinato ad essere sempre più conosciuto, considerato come già alcuni Paesi si stiano dotando di una criptovaluta di Stato, ovvero sotto il controllo della propria banca centrale.
Se il caso più dibattuto è quello della Cina, che sta già testando da mesi la sua cripto di stato, con l’evidente intento di colpire il potere imperiale del dollaro, c’è però un altro caso che potrebbe rivelarsi perfetto per contrastare l’evasione fiscale. Si tratta del Bakong, la CDBC della Cambogia. Andiamo a vedere perché.

Cos’è il Bakong

Chea Serey, direttore generale della NBC, la banca centrale cambogiana, ha dichiarato che la nuova criptovaluta di Stato diventerà del tutto operativa in breve. Il Bakong, questo il nome della CDBC cambogiana, è destinata a diventare il sistema di pagamento del paese, ovvero la valuta d’uso comune, cui dovrebbe essere affidato il compito di semplificare i pagamenti per i cittadini, le banche e le aziende. Chiunque potrà dare vita ad operazioni sulla piattaforma predisposta all’uopo.
Inoltre il Bakong sarà utilizzato nei pagamenti transfrontalieri, un passaggio reputato fondamentale per la conversione della Cambogia all’economia digitale. Va peraltro sottolineato come in questo caso non si tratti di una moneta decentralizzata costruita su blockchain, ma di una criptovaluta fondata su tecnologia DLT. Il ruolo di validatore spetta in questo caso alle istituzioni e autorità bancarie e finanziarie del paese. Proprio questo, potrebbe essere il grimaldello per utilizzare il Bakong come strumento di contrasto all’evasione.

Perché potrebbe contrastare l’evasione fiscale

Nel caso del Bakong, infatti, il wallet (portafogli digitale che custodisce i token) sarà semplicemente agganciato al conto corrente di ciascun cittadino, proprio per rendere facile e intuitivo il processo teso al cambio tra la nuova CBDC e la valuta FIAT, quindi alla portata di chiunque.
Se gli aspetti su cui si sono concentrati sinora gli analisti sono la conseguente riduzione dei costi e la possibilità di eseguire le transazioni in tempo reale, che potrebbero spingere ad una sostituzione nel lungo periodo della moneta contante, sembra che non siano stati colti del tutto gli aspetti legati alla privacy. Le transazioni, infatti, nella procedura descritta, vengono memorizzate dalla stessa banca centrale, che può così avere il controllo sui soldi movimentati in tale maniera. Il modo migliore, in definitiva, per chiudere il cerchio e agganciare in un solo sistema innovazione, inclusione finanziaria e lotta all’evasione fiscale.

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma, con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Ho collaborato con svariati siti su molte tematiche e guidato il gruppo di lavoro che ha pubblicato il CD-Rom ufficiale della S.S. Lazio "Storia di un amore" e "Storia fotografica della Magica Roma".

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