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Sergey Nazarov, creatore di Chainlink, è il vero Satoshi Nakamoto?

Una nuova ipotesi sul creatore di Bitcoin

Chainlink è uno dei progetti crypto più interessanti in assoluto. Tanto da essere stato indicato dal World Economic Forum (WEF) tra i pionieri tecnologici del 2020.
Nelle ultime ore, però, LINK è tornato all’attenzione generale per un altro motivo. Ovvero l’indicazione del suo ideatore, Sergey Nazarov, alla stregua del vero Satoshi Nakamoto. Una tesi che è stata fatta propria in particolare da UX Sequence in un suo rapporto, il quale ha avuto come oggetto tutte le prove che legherebbero Nazarov al varo di Bitcoin.

Sergey Nazarov - Sergey Nazarov, creatore di Chainlink, è il vero Satoshi Nakamoto?

Le prove addotte da UX Sequence

Sergey Nazarov ha attualmente 32 anni e i suoi genitori sono immigrati russi trasferitisi a New York in cerca di fortuna, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. La prima circostanza che collega Nazarov alla creazione di BTC è l’acquisto del dominio smartcontract.com proprio sei giorni prima della pubblicazione del white paper di Bitcoin, avvenuta nel 2008, durante la festività di Halloween. Si tratta dello stesso sito attualmente legato a Chainlink (LINK) e se pure non può essere considerato alla stregua di una prova, è comunque un indizio abbastanza interessante.
Nell’ottobre dell’anno passato, Nazarov è poi apparso in un video con Ben Chan nel corso del quale ha spiegato da quanto tempo si interessa della tecnologia blockchain. In pratica, Nazarov afferma di essere entrato nel settore ormai da dieci anni, anche se poi si corregge. Ciò vorrebbe dire che era già operante nel periodo in cui Nakamoto stava lavorando alla sua icona.
E, ancora, le ricerche effettuate su alcuni siti russi, dimostrano il forte collegamento del creatore di Chainlink con un’azienda russa, la QED Capital. Per la quale Nazarov aveva registrato alcuni siti nel 2012. I legami con la Russia sono forti e tali da spingere alcuni ad affermare che proprio essi proverebbero l’assunto di partenza. In quanto anche Satoshi Nakamoto li avrebbe avuti.

La metafora su Kokichi Mikimoto

Altra prova a supporto della teoria che vorrebbe Nazarov essere il vero Satoshi Nakamoto è poi l’utilizzazione da parte sua, nel 2013, di una metafora su Kokichi Mikimoto. Nella quale si spiega come questi riuscì a creare artificialmente perle di forma perfettamente sferica, le quali soppiantarono ben presto quelle naturali. Tanto da costituire attualmente il 90% di quelle vendute a livello mondiale. Una storia che assomiglia molto a quella di Satoshi Nakamoto e alla creazione del Bitcoin.

Nazarov è solo l’ultimo ad essere stato indicato come il vero Satoshi

Sergey Nazarov è solo l’ultimo ad essere stato indicato come il vero Satoshi Nakamoto. La lista vede la presenza di Paul Calder Le Roux, Adam Back, Yasutaka Nakamoto, Dan Kaminsky, Hal Finney, Ignotus Peverell, Gavin Andresen e Sunny King. Tutti, o quasi, però pronti a smentire le ipotesi formulate al riguardo.
L’unico che continua a proclamarsi il vero e unico Satoshi Nakamoto è l’uomo d’affari australiano Craig Wright. Il quale lo deve peraltro dimostrare in una causa intentata contro di lui da Ira Kleiman, fratello di Dave. Ove non riuscisse a farlo sarebbe costretto a versare miliardi di dollari, ovvero l’equivalente della metà degli 1,1 milioni di Bitcoin custoditi dal Tulip Trust. La pretesa di Craig riporta però in auge il paradosso rappresentato dai Rosacroce: chi ne fa parte è tenuto a non dirlo, chi lo dice non ne fa parte. Il fatto stesso che l’uomo d’affari australiano si proclami il vero Satoshi porta ad escludere la veridicità dell’ipotesi.

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma, con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Ho collaborato con svariati siti su molte tematiche e guidato il gruppo di lavoro che ha pubblicato il CD-Rom ufficiale della S.S. Lazio "Storia di un amore" e "Storia fotografica della Magica Roma".

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