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Suprematisti e razzisti stanno sporcando l’immagine delle criptovalute

suprematisti - Suprematisti e razzisti stanno sporcando l’immagine delle criptovalute

Com’è noto, le criptovalute sono nate su alcuni cardini teorici ben precisi, tra cui un afflato alla reale democrazia finanziaria, esplicitata con l’intenzione di fornire mezzi per la gestione del proprio patrimonio a miliardi di persone che, in ogni parte del globo, sono attualmente escluse dal canale bancario.
Purtroppo, però, dal 2017 si sta assistendo ad una evoluzione di segno opposto. Gli asset digitali, infatti, vengono ora utilizzati da gruppi politici che portano avanti idee elitarie e apertamente discriminatorie. Come i suprematisti bianchi e i razzisti del Ku Klux Klan, che non a caso sono stati sanzionati dai social media per le loro folli teorizzazioni.

All’inizio fu Charlottesville

L’inizio di questa triste storia ha una data ben precisa: 12 maggio 2017. Proprio quel giorno, infatti, la destra nazionalista statunitense cercò di dare vita ad un raduno illegale in Virginia, a Charlottesville. Il quale fu contestato dagli studenti dell’Università, che però ebbero la peggio. Una ragazza fu infatti investita intenzionalmente da un estremista ventenne, dando il via ad una lunga serie di incidenti che richiesero l’intervento dell’esercito.
A quel punto, PayPal e altri sistemi di pagamento decisero di eliminare i conti riconducibili a questi gruppi, per rendere loro più difficile la vita. La risposta si tradusse in un passaggio da parte dei suprematisti bianchi alle criptovalute.

Ora si attiva YouTube

Altro social che ha deciso di sbarrare la strada agli istigatori di odio è YouTube. Il quale ha provveduto a bannare dal suo canale diverse figure di estrema destra, tra cui il commentatore di Internet Stefan Molyneux, il leader nazionalista bianco Richard Spencer e l’ex Gran Mago del KKK David Duke.
Una decisione che è stata come al solito rivoltata nel suo opposto da questa fazione, la quale vuole escludere, chi non ha la pelle bianca, ma non vuole essere esclusa a sua volta. Invocando quella democrazia che pure imporrebbe l’eguaglianza tanto aborrita, i suprematisti bianchi hanno iniziato a presentarsi come vittime di un comportamento discriminatorio. Trovando purtroppo sostegno finanziario da chi condivide le loro idee.

Donazioni in Bitcoin Cash a Molyneux

Oltre 60mila dollari in Bitcoin Cash. Questo il ricco bottino razziato da Stefan Molineux per le sue deliranti tirate sulla supremazia della razza bianca sino a poco tempo fa ospitate su YouTube. Il sostegno in questione è arrivato dopo la decisione del canale video di non dare più spazio alle teorie intrise di odio della destra estrema statunitense.
Donazioni le quali, però, hanno reso evidente una tendenza in atto da tempo: i razzisti del Nord America usano le criptovalute, nate su idee esattamente contrarie a quelle da loro veicolate, per la gestione delle proprie attività tese a fomentare l’odio razziale. Una realtà esplicitata da Richard Spencer, il quale si spinse il 18 marzo del 2017, a definire il Bitcoin la valuta dell’alt right.
A conferma di queste parole è poi arrivato  David Golumbia, autore del libro “The Politics of Bitcoin: Software as Right-Wing Extremism”, il quale ha dichiarato l’anno scorso a Foreign Policy di pensare che solo un piccolo numero di utenti di criptovaluta siano da ricondurre ai gruppi fascisti e razzisti. Aggiungendo però di temere che la percentuale di persone con questi orientamenti in quel mondo sia più alta di quanto non lo sia nella popolazione generale. Chissà cosa ne penserebbe Satoshi Nakamoto, di quanto sta accadendo alla sua creazione.

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma, con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Ho collaborato con svariati siti su molte tematiche e guidato il gruppo di lavoro che ha pubblicato il CD-Rom ufficiale della S.S. Lazio "Storia di un amore" e "Storia fotografica della Magica Roma".

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