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Trump si sta rivelando il miglior alleato per il Bitcoin?

Nel corso dell’ultima estate, il Bitcoin ha fatto registrare una fiammata che ha entusiasmato non poco coloro che da sempre credono negli asset digitali. Un rally che ha spinto molti ad interrogarsi sui motivi che hanno sospinto in alto la quotazione di BTC, sino a lambire quota 11mila dollari, prima di flettere vistosamente nelle ultime settimane.
Tra quelli che sono stati indicati, in molti pongono l’accento sul fattore Trump. I focolai di crisi innescati dalla politica sempre più aggressiva dell’attuale inquilino della Casa Bianca, infatti, sembrano fatti apposta per influire positivamente sulla quotazione della regina delle criptovalute.

La guerra a Argentina e Brasile

Nel corso delle ultime ore, Donald Trump ha deciso di aprire un nuovo fronte, affermando la sua intenzione di sanzionare Argentina e Brasile. Il motivo della sua mossa risiede nella decisione presa dai due giganti latinoamericani, i quali hanno svalutato Peso e Rial. Una svalutazione che secondo la Casa Bianca andrebbe a colpire gli interessi degli agricoltori statunitensi. In conseguenza della situazione venutasi a creare, il governo ripristinerà i dazi sull’acciaio e l’alluminio provenienti dai due Paesi.

Un nuovo fronte di crisi

Argentina e Brasile vanno quindi ad aggiungersi alla blacklist in cui già sono presenti Cina e Unione Europea, con le difficoltà che una tale politica può provocare all’economia globale.
Secondo molti analisti, proprio le decisioni di Trump stanno fornendo il propellente che potebbe condurre ad una nuova fiammata di Bitcoin, in quanto in previsione di quanto potrebbe accadere molte persone potrebbero decidere di investire negli asset digitali, sempre più visti alla stregua di un bene rifugio.
E’ infatti bastato che il tycoon rendesse pubblica la sua intenzione per deprimere le borse di ogni parte del mondo e abbattere l’euforia suscitata dal Cyber Monday, dopo che nelle prime ore dell’inizio settimana i mercati azionari avevano messo a segno nuovi massimi di periodo per le borse europee e statunitensi.

Perché le parole di Trump potrebbero sospingere BTC?

Nelle ore successive all’avviso di Trump, anche gran parte delle monete virtuali hanno fatto registrare notevoli cali. Tra le prime 100 cryptocurrency il 65% ha fatto registrare il colore rosso. Tra le eccezioni più significative sono da registrare WeChat e Maker, con la prima che ha beneficiato in particolare delle news relative alla partnership con Microsoft, grazie alle quali ha dato vita ad una crescita superiore al 20%.
Il Bitcoin, però, non sembra particolarmente interessato dall’ondata di cali e, anzi, nelle prossime ore potrebbe ricominciare a salire, spinto anche dal fatto che proprio la svalutazione di Rial e Peso, potrebbe spingere molti brasiliani e argentini a commutare le monete fiat in BTC. Un dato che potrebbe mixarsi con i timori di una crisi delle borse derivante dalle continue guerre intraprese da Trump contro chiunque provi a mettersi di traverso sulla strada della sua rielezione alla presidenza. Una strada che sembra destinata a spianarsi se l’attuale presidente della Casa Bianca riuscirà a dare l’impressione all’America profonda, quella formata da contadini e operai, di essere la persona in grado di curare al meglio i suoi interessi, e non quelli dei banchieri di Wall Street. Ma a quale prezzo, per i mercati finanziari?

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma, con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Ho collaborato con svariati siti su molte tematiche e guidato il gruppo di lavoro che ha pubblicato il CD-Rom ufficiale della S.S. Lazio "Storia di un amore" e "Storia fotografica della Magica Roma".

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