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Yearn.finance continua la sua scalata

Cresce al contempo la preoccupazione degli osservatori

YFI, il token lanciato da yearn.finance, prosegue a tappe forzate la sua incredibile scalata. A poco più di un mese dal suo lancio, ha infatti raggiunto un nuovo massimo storico a 18.169 dollari, scavalcando in termini di prezzo il Bitcoin e accingendosi addirittura a farlo con il picco storico della creazione di Satoshi Nakamoto, posizionato a 19.507 dollari. Un trend destinato naturalmente ad essere oggetto di grande attenzione.

Yearn.Finance - Yearn.finance continua la sua scalata

Un rally che non conosce al momento ostacoli

La corsa di Yearn.finance sembra al momento non conoscere ostacoli. Travolgendo qualsiasi tipo di resistenza che incontra sul suo cammino, il token ha messo a segno una crescita del 30% nell’arco di appena 12 ore, passando da 14.017 a 18.169 dollari. Tanto da spingere gli analisti a chiedersi quali siano i fattori che stanno spingendo questa crescita continua e, per certi versi, preoccupante.

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I fattori della crescita di Yearn.finance

Nel corso delle ultime ore, sono soprattutto tre i fattori che hanno permesso a Yearn.finance di collezionare record dopo record. I fattori in questione sono i seguenti:

  1. la quotazione su Aave, il protocollo DeFi più grande del mercato globale, con oltre 1,52 miliardi di dollari in valore totale bloccato. La piattaforma ha appena ottenuto il beneplacito della FCA (Financial Conduct Authority), l’autorità delegata a regolamentare i mercati finanziari britannici. Un evento che gli ha consentito di rendere ancora più solida la sua posizione;
  2. l’annuncio della collaborazione con FTX, uno dei più importanti exchange di derivati crypto, annunciata dallo sviluppatore Andre Cronje;
  3. yearn.finance evidenzia una valutazione inferiore nei confronti di altri protocolli DeFi sulla cresta dell’onda, con un valore bloccato molto più elevato.

Crescono i timori di una bolla

Se YFI sembra intenzionato a proseguire la sua forsennata corsa, crescono al contempo i timori che possa trattarsi di una bolla. Pronta naturalmente ad esplodere, con conseguenze devastanti per coloro che sin qui gli hanno dato fiducia.
Timori i quali, peraltro, non riguardano solo questo progetto, ma l’intero settore della finanza decentralizzata. Tanto da spingere molti osservatori a paragonare la situazione attuale del settore a quella che caratterizzò le società tecnologiche a cavallo del nuovo millennio. Quando la bolla delle dot.com esplose all’improvviso, lasciando molte carcasse sul terreno.

Un chiarimento necessario?

Va però anche sottolineato come la bolla delle imprese tecnologiche fu un’occasione per togliere di mezzo le aziende non sane e lasciare spazio a quelle che avevano le potenzialità per crescere. Come Amazon, che pure fu colpita all’epoca dagli eventi. E che oggi è una delle aziende più grandi a livello globale.
Per la finanza decentralizzata potrebbe accadere ora la stessa cosa. Lo scoppio della bolla, ove avvenisse, lascerebbe i margini per una ripresa della aziende migliori. E, soprattutto, permetterebbe al settore di offrire una immagine migliore di sé verso l’esterno. Confermando le potenzialità che ne fanno una sorta di gallina dalle uova d’oro.
Nonostante episodi come quelli di YAM Finance, sorto e finito nell’arco di poche ore. Un progetto crollato sotto il peso di un malfunzionamento e assurto a vero e proprio simbolo di ciò che non si dovrebbe fare. Ovvero dare la propria fiducia a progetti non ancora testati, solo per sfruttare il momento d’oro della finanza decentralizzata. Errore costato praticamente tutto ciò che era stato puntato dagli investitori, con il token letteralmente azzerato.

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma, con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Ho collaborato con svariati siti su molte tematiche e guidato il gruppo di lavoro che ha pubblicato il CD-Rom ufficiale della S.S. Lazio "Storia di un amore" e "Storia fotografica della Magica Roma".

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